La FOGLIA non si sente più sola
sul ramo, ora che l’hai accolta
nel tuo sguardo. Ecco esita, vola
per la prima e per l’ultima volta.
Chiedi al filo d’aria che la porta
almeno un indugio prima che tocchi
il suolo. Non si sentirà morta
finché non l’abbandoni con gli occhi.
Siro Angeli, Il grillo della suburra, 1975
Durante la seconda guerra mondiale accade un piccolo miracolo nel mondo del design: la decoratrice e designer statunitense Ernestin Virden Kannon incontra a Ravello il giovane architetto Matteo D’Agostino. Tra i due è subito intesa personale e magia creativa. Nel 1948, fondano la manifattura di ceramiche “Ernestine” con sede a Vietri.
Disegno e forma sono le cifre stilistiche dei due protagonisti: Ernestin, con la sua tecnica all’acquerello, dà vita ad una serie di motivi decorativi fortemente moderni, influenzati dal calligrafismo giapponese; Matteo, erede di una famiglia di produttori di ceramiche di Salerno, è creatore di forme inedite e progetti d’ interno inusuali. Insieme, rinnovano la tradizione ceramica vietrese e conquistano i mercati stranieri, soprattutto quello americano, diventando già negli anni Cinquanta una delle fabbriche di punta del design industriale in Italia. Anni di splendore e glamour visto che tra la clientela risultano famiglie reali e personaggi come Jacqueline Kennedy.
Alla coppia presto si affianca il giovane ingegnere ceramico tedesco, Horst Simonis, grazie al quale la fabbrica diventa un vero e proprio centro di ricerca e sperimentazione sui colori e sugli smalti privi di piombo.
Dettagli del prodotto
Produttore: Ernestine, Salerno
Dimensioni: 15 x 15 x 55 cm
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