17 Jan Cini Boeri
“Cerco di progettare case il cui valore sia la flessibilità. Più pareti scorrevoli che porte, più trasparenze che muri e più allegria che solitudine” : questo raccontava l’arch. Maria Cristina Mariani Dameno – nota a tutti come Cini Boeri – a Margherita Guccione del MAXXI in un’intervista. Due anni fa, all’età di 96 anni, se né andata.
Dopo gli studi al Politecnico di Milano, e la collaborazione nello studio di Giò Ponti e successivamente presso quello di Marco Zanuso, la sua lunga carriera di architetto e designer ha avuto, nel 1963, un momento di svolta: l’apertura a Milano di un suo di studio e la sua affermazione a livello internazionale in un settore ancora prevalentemente occupato da figure maschili.
I suoi progetti, sempre fedeli al concetto di “progettare rispettando la dimensione e i bisogni delle persone”, hanno “aiutato” le persone a “vivere meglio”. Le abitazioni e gli oggetti da lei progettati, anche solo dal nome (casa sbandata, casa rotonda, casa bunker, casa nel bosco, serpentone, lunario, pecorelle, etc), denotano una grande libertà espressiva tuttavia sempre saldamente ancorata al rapporto psicologico tra natura e uomo. “Mi sono sempre interessate le persone e i loro comportamenti. Sono una grande osservatrice, quando ho un progetto, mi piace entrare in sintonia con i committenti e comprendere le loro necessità e desideri per cercare di fornirgli la migliore soluzione possibile”.