22 Dic GIUSEPPE RIVADOSSI. La poetica del vivere
Giuseppe Rivadossi, nato nel 1935 a Monteclana di Nave (Bs) – dove ancora vive e lavora – inizia il suo percorso da scultore in giovane età, attraverso opere già legate alla sua idea di abitare.
Nel 1962 inizia a trasformare la falegnameria fondata nel 1920 dal padre Clemente in un atelier: inizia così, nel 1976, l’esperienza della Officina Rivadossi.
L’«utopia» di Giuseppe Rivadossi era quella di ricostruire uno spazio poetico per l’uomo; servire e umanizzare gli spazi abitativi che alcune correnti della nuova architettura avevano disumanizzato e svilito.
Nel 2001 decide di sciogliere l’Officina Rivadossi e di dare il vita, con i figli e i suoi collaboratori, a una nuova avventura creativa: Giuseppe Rivadossi Officina. L’intera produzione di tavoli, sedie, madie, librerie, letti e credenze dovevano esprimere uno stile riconoscibile: avveniristico ma sempre a misura d’uomo. Questo avveniva grazie al colore del legno lasciato al naturale, all’attenzione data ai particolari come cerniere e serrature nascoste, alle superfici lavorate minuziosamente in effetti di bassorilievo.
Scelte stilistiche, funzionali e strutturali che hanno saputo caratterizzare fin da subito la sua produzione e le sue tecniche: lo scavo da blocco, l’assemblaggio a incastri, la finitura con piallatura e sgorbiatura a mano. Soluzioni architettoniche e mobili che riportano alla dimensione pratica e poetica del vivere.
Le opere dell’atelier sono presenti in varie collezioni: al Moma di New York, nella collezione Tamajo in Mexico City, nello Shard di Londra e a Shanghai.
Oggi nella sua bottega Giuseppe Rivadossi lavora con i figli, con il marchio Habito, alla creazione di nuove opere in legno.