L’umanità continuerà anche senza di me, ma io non vado via, io non vi lascio. Ogni volta che vedrete le cime degli alberi mosse dal vento, voi penserete a me; o se vedrete un fiore, penserete a me. Questo è il commiato dagli amici dello scultore, designer, grafico, creatore di gioielli e musicista Harry Bertoia nel 1978.
Nelle sue parole l’amore per la natura, soprattutto quella ricordata, quella della sua infanzia trascorsa nel piccolo paese del Friuli Venezia Giulia dove è nato. La natura è stata sempre la sua ispirazione, la sua forza, ha portato leggerezza nei suoi progetti, anche quando si cimentava con materiali, come il metallo, per definizione pesanti.
Bertoia, che veniva dalla collaborazione con l’architetto Eero Saarinen e l’architetto-designer Charles Eames presso la Cranbrook Academy of Art nel Michigan, pensò che per poter realizzare una sedia che apparisse leggera e maneggevole, garantendo comunque una considerevole resistenza all’uso, fosse opportuno ricorrere a strutture di metallo che ne garantivano solidità e stabilità. La “Diamond Chair” di filo metallico fu introdotta dalla Knoll nel dicembre 1952 e assieme ad altri pezzi diventò parte della celebre “Bertoia Collection”.